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conduzione

una volta che si è preso il vento bisogna decidere in che direzione andare e come regolare le vele per le diverse andature

Agendo sul timone si orienta la direzione del movimento della imbarcazione. Rispetto al vento considerato come la nostra forza motrice la direzione in cui muove l'imbarcazione si definisce come andatura. L'andatura è quindi rapportata non all'orientamento geografico, ma alla direzione del vento

Mettendo la fronte contro il vento, facciamo un angolo pari a zero, mettendo invece  l'orecchio contro il vento e la fronte quindi perpendicolare alla direzione del vento l'angolo è di novanta gradi, siamo cioè al traverso del vento

Se orientiamo la nuca al vento abbiamo un angolo di centottanta gradi e muovendoci avanti a noi ci allontaniamo dal vento, siamo di poppa al vento.

 

Se ci mettiamo in barca e manteniamo ferma la nostra posizione con la fronte dritta a prua sentiamo il vento venire dritto davanti a noi cioè dalla prua: siamo esattamente controvento e sentiamo il vento fischiare parimente da tutte e due le orecchie

Abbiamo il vento in prua e la barca non avanza, le vele fileggiano e per quanto si possa tentare di bordare le vele non otteniamo alcun risultato finchè non si cambia posizione nell'unico modo possibile, rinculando. Se insistiamo a bordare le vele di prua sul nostro lato sinistro, la barca rinculando piegherà alla nostra destra. Se manteniamo fermo il viso verso la prua della barca sentiremo il vento pian piano provenire sulla tempia sinistra e non fischiare più sull'orecchio destro: se allora bordiamo tutte le vele sul nostro lato destro, sottovento, sentiamo la barca muoversi, prendere l'andatura con un angolo acuto con la direzione del vento. Siamo in andatura di bolina.

Filando via via le scotte e lasciando gonfiarsi le vele, accompagnando con il timone l'andatura noteremo che la velocità aumenta man mano che allontaniamo la prua dal vento e filiamo le scotte. Ci accorgeremo che c'è una correlazione tra angolo al vento, da piccolo a grande, andatura di bolina, da stretta a larga, scotte, da cazzate a lasche, e velocità, da minore a maggiore.

L’andatura di bolina stretta penalizza una barca come l’Amore Mio, specie se c’è un po’ d’onda corta al mascone: la prua tende ad abattere e tutta la barca scaroccia sottovento, tanto che l’avanzamento reale controvento si annulla. Si fanno i bordi quadri.

Ruotando al vento e continuando a poggiare raggiungeremo l'andatura al traverso cioè con la direzione del vento perpendicolare all'andatura della barca. Di solito le barche raggiungono la loro massima velocità in questa andatura, ma bisogna tener presente che le caratteristiche di ciascuna di esse sono alquanto diverse. L’Amore Mio gradisce molto questa andatura, la barca mantiene bene la rotta e praticamente rende neutro il timone che può essere lasciato libero di fluttuare nella scia della chiglia.

Ruotando ancora l’andatura e continuando a poggiare raggiungeremo un angolo ottuso con la direzione del vento: siamo in una andatura al lasco. Il vento sembra portarci con esso, siamo in una andatura portante. Aumentando l’angolo della puggiata siamo al gran lasco. Una andatura veloce e molto stabile per una imbarcazione a chiglia lunga come l’Amore Mio. Con vento fresco sarà addirittura conveniente ridurre la randa maestra o a volte anche ammainarla. La barca trainata dalla spinta sulle vele di prua si stabilizza sulla sua rotta ed il timone si fa molto leggero.

Allontanando ancora la prua dal vento si raggiunge un angolo di centottanta gradi: siamo all’andatura di poppa. Il vento spinge la barca e la velocità cala. L’andatura è in un equilibrio instabile e tende a virare all’orza ovvero ad abattere e cambiare di bordo. In questa andatura è molto influente la spinta delle onde sul giardinetto ed il timoniere deve essere vigile per non incorrere nella strambata involontaria con passaggio rapido del boma sulle teste dei passeggeri in pozzetto. Per lunghi percorsi conviene fissare una ritenuta sottovento alla randa fissandola verso prua.

L’armo a goletta dell’Amore Mio consente di disporre le vele a farfalla fissando con ritenute su bordi opposti la randa di maestra e quella di trinchetto: è una andatura divertente che richiede però una intensa attenzione da parte del timoniere. In questa andatura è interessante provare a sistemare a riva vele supplementari a prua con effetti staordinari. Per esempio cazzando a collo la trinchettina si può ottenere di riflettere un flusso d’aria sul fiocco che altrimenti resterebbe scarico dietro le rande. Può essere utile cazzare al centro l’uccellina per stabilizzare l'andatura ovvero ammainare la randa e disporre a farfalla la randa di trinchetto e la trinchettina. Può essere divertente con un equipaggio volenteroso e interessato a fare diverse prove con combinazioni anche un po’ fuori ordinanza delle varie vele: dal momento che esse sono otto possiamo immaginare quante combinazioni sono disponibili. Alcune sono interessanti

 

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