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conduzione

le operazioni che normalmente si svolgono per issare le vele una volta lasciato l'ormeggio e prima di prendere il vento

Per prendere il vento occorre issare le vele

Se si lascia l'ormeggio in rada le vele si issano prima di abbandonarlo  si lasciano fileggiare in bandiera nel letto del vento

Se si lascia l'ormeggio in un porto, dove di norma è vietato alzare le vele e quindi si esce col motore ausiliario, le vele si issano dopo esseresi allontanati dal porto a distanza di sicurezza per non ostacolare le manovre altrui

Ad ogni vela è fissata una drizza con un nodo a gassa d'amante o con un apposito moschettone incocciato alla bugna di drizza.

 

 

Le drizze consentano di portare a riva le vele

Le vele a riposo stanno raccolte sul ponte, legate tramite i gerli ai bomi o ai venti del bompresso

Le drizze sono raccolte e date volta alle rispettive caviglie disposte sulle pazienze

Slegati i gerli e sciolte le drizze ci si assicura che le vele siano libere di salire sugli alberi o sugli stralli, vincolate agli stessi o dai paternostri o dai garrocci

Le drizze si cazzano, si tirano verso il basso, e scorrendo nei bozzelli corrispondenti fissati sugli alberi fanno salire le vele che a questo punto sono pronte per essere bordate tramite le scotte al fine di prendere il vento

Cazzata la drizza occorre fermarla: si usano le caviglie infisse nelle pazienze. Per agganciare la drizza si fa un giro intorno alla caviglia e poi si da volta facendo un altro giro a otto e i ferma con un nodo di arresto a collo semplice

A questo punto ci si trova con un ammasso di cima da sistemare: si deve quindi adugliare la drizza. A tale scopo si prende con una mano (normalmente la sinistra) la drizza che esce dal nodo di arresto sulla caviglia e si fanno tanti anelli raccolti sulla mano stessa. Il capo della drizza che resta nella mano sinistra si chiama dormiente. Il capo libero della drizza con cui fare gli anelli si chiama corrente. Gli anelli della drizza che vengono raccolti devono essere uguali e paralleli, senza contorcimenti di sorta. A tal fine si prende la cima corrente con la mano destra e se ne prende una lunghezza sempre pari all'intero braccio disteso per avere anelli uguali. Torcendo la cima corrente con il poliice e l'indice della mano destra si tolgono le torsioni eventuali che impediscono di avere anelli paralleli. Arrivati alla fine si prende con la mano destra l'intera matassa e con la sinistra infilata all'interno degli anelli si prende il dormiente che esce dalla caviglia e fatto un doppino lo si aggancia alla caviglia stessa ottenendo il risultato di avere appeso la drizza in perfetto ordine, ma anche quello molto importante di poter liberare il tutto con un semplice gesto nel caso fosse necessario ammainare velocemente la vela. Se gli anelli fatti su non fossero perfettamente paralleli (senza torsioni sulla drizza) si formerebbero dei nodi strani detti cocche che o non farebbero scendere la vela o farebbero salire il groviglio della drizza in alto. In tale caso occorrerebbe salire a riva col bansigo per recuperarla e non è per niente pratico da fare. Si può quindi comprendere come sia importante seguire la buona pratica nelle manovre sopra descritte. Può essere anche, se non soprattutto, un problema di sicurezza.

 

Invece di  "issare le vele" si dice anche "vele a riva": su una goletta con due alberi e tante vele può essere divertente e in qualche caso utile mandare in una volta  tutte le vele a riva, dalle due rande alla trinchettina ai fiocchi. E in un secondo momento issare le top sails: freccia o controranda di maestra, contoranda del trichetto o il fisherman e l'uccellina, che peròpotrebbe essere mandata a rica assieme al fiocco (come spesso facciamo). Bisogna che l'equipaggio di organizzi bene, tenuto conto che ogni randa ha due drizze: la drizza di gola e la drizza di testa del picco. Bisogna essere almeno in sei. Il risultato è molto attraente e vale la pena di organizzarsi adeguatamente. A tal fine si sono fatti due schizzi, riprodotti qui sotto

per prova abbiamo fatto un video durante una uscita con gli allievi della STAI.

Il video è riportato nel blog post riferito all'uscita del 20 21 giugno 2015

Il brano in argomento è all'inizio del video

Per l'accesso al video vai qui accanto

 

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