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Riferimento cronologia: primavera 1999, maggio 2002

 

Il calafataggio consiste in più corsi di filo di cotone calcato con appositi attrezzi, specie di scalpelli non taglienti di varia foggia e mazzuolo di legno di forma particolare, nella fessura tra due tavole di fasciame o tra due filarotti di coperta. La maestria dell'operatore crea uno spessore di uniforme tenuta e resistenza che con la dilatazione creata dall'umidità rende stagna la fessura (detta anche comento) che determina la soluzione di continuità tra un legno e l'altro. Un buon calafato sente dal suono del colpo di mazzuolo qual'è lo stato di equilibrio raggiunto nella compressione del cotone: un ulteriore colpo renderebbe quel punto più resistente e compresso, ma gli altri punti accanto resterebbero meno compressi e l'insieme non sarebbe più stagno.La giunzione del fasciame realizzata con il calafataggio rende la struttura complessiva flessibile agendo come una cerniera tra un legno e l'altro. La incollatura delle tavole potrebbe essere oggi - stanti le ottime colle di cui si dispone - sostitutiva, ma avrebbe il difetto di irrigidire tutta la struttura con la conseguenza di indurre nel legno sforzi maggiori e facilitare spaccature. Sono argomenti di ostica trattazione che andrebbero approfonditi e probabilmente meglio spiegati da esperti maestri d'ascia.

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