arcipelago toscano
lasciando per qualche giorno la Liguria la meta più accessibile è l'Isola d'Elba e le altre località dell'arcipelago toscano sconfinando fino a Capo Corso
Come la Corsica da Genova l'arcipelago toscano è una meta tradizionale e molto frequentata, anche in combinazione con gli approdi dell'isola corsa.
La prima meta è l'Isola di Capraia: un classico è la partenza molto presto con bel tempo dalla rada della Spezia. La brezza di terra che esce dal golfo e riempie le vele, si va via in poppa a sei sette nodi. Poi con l'alzarsi del sole la brezza di terra scema e le ariette mediterranee da sud est o sud ovest a volte aiutano oppure no e allora bisogna accendere il motore. A metà giornata siamo all'altezza dell'Isola della Gorgona, com'è noto sede penale e quindi inavvicinabile per i comuni mortali. Verso sera al tramonto le brezze da ovest nord ovest consentono gli ultimi bordi ricchi di soddisfazioni.
Quando Capraia era ruspante senza pontili e trappe si buttava l'ancora in rada e con l'abbrivio si arrivava a mettere le cime in banchina: il più delle volte in seconda o terza fila, ma tutti collaboravano e il passaggio a bordo sulle altre barche arrivate prima era occasione di saluti e scambi di opinioni sulle navigazioni effettuate o future. Ora tutto è più difficile, molte barche per le vacanze estive sono stanziali: vanno a fare il bagno o a pescare e alla sera rientrano al loro ormeggio prenotato da tempo. Per chi è di passaggio restano le boe all'esterno del porto. Tutto ok col buon tempo, ma a volte emergono i problemi.
L'isola offre meravigliosi ormeggi in rada sulla costa a sud, tra rocce colorate e belle baie. La costa ovest ora è vincolata. Una volta col bel tempo baie selvagge e solitarie erano mete indimenticabili ora proibite. Si vive di ricordi.
Dopo Capraia l'isola più frequentata venendo da nord è la principale dell'arcipelago: l'Isola d'Elba. L'ormeggio principe è la rada di Portoferraio. C'è sempre posto e si è riparati da tutti venti, con mare sempre calmo. Quando non è stagoione o in casi eccezionali si trova posto nel Porto Mediceo. Uno degli ormeggi più ambiti e piacevoli, a parte il traffico di veicoli in banchina, che comunque resta tollerabile. Il giro dell'isola offre altre risorse, dalla rada di Viticcio a quella di Fetovaia. I porti della costa est sono sempre pieni e poco ospitali per i naviganti che girano. A Porto Azzurro è molto comoda la baia: bassi fondali anche se sporchi di rottami e fondo buon tenitore. In paese si va col tender.
Il giro dell'arcipelago comprende poi l'Isola del Giglio. E' una meta troppo frequentata per gli spazi disponibili. Nel porto principale dare l'ancora e andare in banchina a volte è possibile: purtroppo poi si scopre che il fondo di sabbia fine nasconde un fitto intrico di catene. Si salvi chi può. Meglio andare nella baia delle Cannelle: tra le tante barche alla ruota si trova un posto.
Più a sud l'Isola di Giannutri offre nella grande baia a est un buon riparo, vincoli e fondali permettendo. Una volta tutto era più semplice, ma per chi è in giro arrivando tardi e partendo presto si può fare: è una sosta superlativa.
L'Isola di Montecristo è negata ai comuni mortali. E non è chiaro se mai si possa approdare all'Isola di Pianosa. Le indicazioni non sono chiare e per evitare grane si finisce per soprassedere e si va oltre.
Le rotte tra le isole e la costa toscana o quella corsa sono tante e in rtelazione al regime dei venti è divertente combinare i diversi spostamenti. Con avvisi di maestrale e di libeccio forti dalla Corsica ci si ripara nella baia di Portoferraio, anche se si arriva di notte gli ampi spazi e il mare calmo consentono una sicura fonda. Con lo scirocco è faticoso e a volte impossibile scendere da nord verso l'Elba. Viceversa con brezze fresche di tramontana non si va verso Livorno o La Spezia. Con venti da est si va su e giù. I venti da ovest creano mare sulla costa toscana e frangenti pericolosi per i bassi fondali per avvicinarsi per esempio a Viareggio, meglio stare lontani.
E' molto interessante leggere libri che raccontano storie di mare quando si andava a vela e si affrontavano i problemi molto simili ai nostri.
Una crociera a Capraia
2011, luglio - con la STAI, tre allievi. Si parte da Genova alle 11 del 23. Vento di tramontana fresco tra 17 e 20 nodi con raffiche. Mare mosso con onda al traverso. Tempo bello, vele di prua e poi randa terzarolata, tolta perchè mandava la barca all'orza. Il vento cala a Sori. Ausilio del motore fino a Portofino: poi sud ovest fresco che ci regala due bei bordi a piene vele al lasco. Ormeggio a Chiavari, verso sera il vento aumenta da ovest con raffiche a 30 nodi.
Il mattino dopo ariette deboli da sud est con fastidiosa onda al traverso: si procede con vela e motore fino a Portovenere. Ormeggio in baia alle Grazie. Il cielo si fa nero molto minaccioso e si preferisce ridossarsi ai pontili del Fezzano.
Partenza alle 6,15 per Capraia con una bella brezza di terra si va al lasco. Poi tutto scema e si procede con venti leggeri variabili a vela e motore. Alle 19 siamo a Capraia: ci assegnano l'ultimo posto disponibile sui pontili galeggianti. Lì restiamo anche il 28 perchè piove a dirotto fino a sera, poi si rimette al bello.
Il mattino dopo partiamo alle 9. Bel vento da ovest nord-ovest sui 15 nodi con onda al traverso: facciamo cinque nodi. Alle 13 si accende anche il motore perchè il vento scarseggia. Alle 20,30 si da fondo alle Grazie. Il rientro a Genova non fa storia: si va a motore.
non è più come una volta, ora ci sono i pontili galleggianti con le trappe



foto di Luigi Guarnieri
Le altre tipiche crociere dell'arcipelago riguardano l'isola d'Elba, con soste a Portoferraio e Marciana Marina
Le isole Giglio e Giannutri hanno offerto occasioni di sosta in crociere dirette più a sud
Mancano come destinazione le isole di Pianosa e Montecristo
Ora che è stata liberata la sosta alla Gorgona sarà una prossima destinzione