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altre barche ancora

brevi cenni di navigazioni con altre barche

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Ho navigato per più di dieci anni con questa barca: era piccola, quella  che mi potevo permettere.

 

Lunghezza fuori tutto metri 6,22, peso 800 Kg, un buon bulbo a siluro sotto una pinna minimale.

 

Una barca con cui in due persone si poteva navigare bene da Bocca di Magra a Saint Tropez e vivere a bordo con spartanità, ma senza sacrifici. Una bella randa terzarolabile e un genoa cui aggiunsi un fiocco olimpico alto e stretto che scaricava bene e portava con due mani di terzaroli sulla randa anche le tramontane più impetuose dell'inverno genovese: con la barca tutta sbandata ricordo esattamente che il baffo di prua sollevato dal vento risaliva velocemente  lungo la randa e si disperdeva in schiuma contro il sole nei pressi della penna della vela stessa. Il timoniere era seduto sullo spigolo  più sulla fiancata che in coperta e governava con un lungo stick la barra del timone. 

 

Il nome Sheriff era il modello e il numero era quello di matricola: il cantiere era francese, molto valido, Jouet e di quel modello aveva fatto evidentemente molti esemplari e altri presumo ne abbia fatto ancora. La resina era stratificata ottimamente e molti anni dopo ho rivisto la barca passata di mano in mano, ma sempre efficiente.

 

 

 

 

 

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La mia seconda barca sempre di plastica come si conveniva a chi aveva un lavoro impegnativo che consentiva di andare in mare solo la domenica e le altre feste comandate oltre le ferie naturalmente.
La scelta cadde su una barca semplice e ben disegnata che costava poco: l'Elan 33, del noto cantiere sloveno, ottimamente stratificata, gli interni spartani, ma gli arredi di legno massello erano avvitati e non incollati, quindi smontabili. L'impiantistica era multinazionale, il meglio del mercato, il costo era la metà degli analoghi modelli italiani o francesi. La barca era stata esposta al Salone nautico di Genova e quindi era stata percorso dal popolo dei visitatori, ma era in ottimo stato e il rappresentante commerciale fece qualche sconto. Una scelta di basso costo quindi, ma alla prova dei fatti un'ottima barca, che dieci anni dopo staccò sul mercato un prezzo superiore a quello di acquisto. In regata ormai era ormai una barca superata, ma per navigare tra Liguria, Costa Azzurra, Corsica e Sardegna era ottima: ricordo burrasche di vento e di mare superate con disinvoltura. Una in particolare di ritorno dalla crociera regata che la LNI di Sestri Ponente (Genova) organizzava annualmente tra Genova e Macinaggio vide disperdere la flotta di più di 50 barche tra Livorno e Sanremo. Poche barche risalirono il grecale scatenato e onde di tre metri ritornando direttamente a Genova di bolina stretta, tra cui l'Elan 33: fiocco olimpico e due mani di terzaroli. Peccato che in vista di Portofino ci prese una bonaccia totale. In compenso tre squadre di almeno cinque delfini ciascuna ci offrirono uno spettacolo unico di salto carpiato ad incrocio come se ci fosse dietro un regista raffinato che li manovrasse: eravamo allibiti ed estasiati, ma arrivammo fuori tempo massimo per la regata.

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Una gran bella barca di un noto avvocato e parlamentare sulla quale molti giovani genovesi hanno avuto la fortuna di navigare per esempio in regata alla Giraglia o in crociera tra Genova e la Sardegna.

 

Si tratta dell'Alpa 12,70 a tuga corta, barca molto famosa disegnata da Olin Stephans e realizzata in piccola serie dall'omonimo cantiere per la FIV. Pare che di seguito il cantiere ci rimise fino a fallire, ma la barca era ottima, in pratica fuori mercato. Quaranta nodi di bolina si gestivano come una gentile brezza.

 

 

 

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Piccola barca di un amico genovese Araldo Menoni in lamellare incrociato di 7,5 metri: è un Arlecchino, progettato mirabilmente da Sciomachen, nel cui sito si possono avere altre informazioni.
 

Non c'è mare e vento così forte da mettere in difficoltà Valentina: evidentemente le sue linee d'acqua sono disegnate ottimamente. Ricordo di onde che non ci permettevano di vedere una nave che usciva dal porto accanto a noi con mare incrociato di onde di vento e la barca che andava via in linea retta come se il mare ammaestrato avesse imparato a girare intorno alla linea di percorso. Un'altra volta sulla linea di partenza di una regata davanti a Genova alla Foce del Polcevera la tramontana soffiava forte ed eravamo immersi negli spruzzi e si stette a lungo in attesa dei segnali di partenza: non ci si accorse che venne un elicottero a prelevare uno sfortunato regatante colpito gravemente da una bomata, lo sapemmo dopo. Il frastuono del vento e la scarsa visibilità per le onde  e gli spruzzi sollevati che ci scavalcavano non ci consentirono di vedere e sentire altro. Una volta partiti Valentina fece onorevolmente la sua regata e ci riportò in banchina senza sofferenza alcuna.

Araldo la cura molto bene e tutti i giorni che può è in mare.

 

 

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Pandora è una goletta a gabbiole, con due pennoni sull'albero di trinchetto, replica recente di un postale del Baltico del '700.

Circolano altre 4 repliche nel mondo.

Pandora è stata recuperata nel '99 da Marco De Amici, dopo aver ceduto Amore Mio. Con l'aiuto di Luca Buffo ha effettuato crociere con gli allievi della STAI e con alunni di varie scuole nonchè regate come le TALL SHIP con significative vittorie.

Ora Pandora è condotta da Luca con Fania e Lucone e svolge attività nell'ambito della Associazione della Vela Tradizionale con sede alla Spezia.

 

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video della navigazione Palermo Genova 2004

Da Palermo a Genova: il Tirreno su Pandora

 

 Una settimana di metà dicembre: l'unica per fortuna in cui i venti di tramontana cessarono per dare spazio allo scirocco. Così lasciato Palermo abbiamo raggiunto S'Angelo a Ischia, dove il nostromo di Pandora Luca sistemò per bene l'armatura appena rimontata e bisognosa di un riassetto. Poi sole e buon tempo fino a Portoferraio nell'Isola d'Elba e poi sotto la pioggia e lo sirocco a Genoa che ci accolse in piena notte con una fredda tramontana iniziata a Punta Chiappa. La velocità media del trasferimento fu di 7 nodi.

raccolta di fotografie

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